IL LIBRO


in questo libro
ho visto cadere un piccolo sasso grigio nell'oceano
fare cerchi nell'acqua sempre più grandi
da muovere onde e bagnare la riva
su questa riva
ho visto un amico che urla e sussurra domande al cielo
cercando le stesse risposte che vorrei avere anch'io.

grazie, dal cuore
James






IL NOSTRO LIBRO:
Un pomeriggio di gennaio, Castor decide di rinunciare alla vita.
Chi è? Perché? cos'è successo?
Cosa succede quando muore un ragazzo di vent'anni? cosa rimane dei suoi sogni e della sua energia?

Il nostro libro parla di temi forti, difficili, però non fa discorsi da manuale. Racconta di una storia, la nostra, con la sincerità di un dialogo tra voci vere. Un'amicizia fuori dagli schemi e solidale, che spazza via luoghi comuni e pregiudizi, facendo emergere problemi spesso trascurati (come il maltrattamento nella scuola) ma soprattutto la poesia, l'istinto per la vita, l'intelligenza e la creatività dei giovani.

È UN LIBRO PER SOGNATORI. PER VIAGGIATORI. PER CHI AMA L'ARTE, LA VITA. PER CHI NON HA PAURA DELLA RABBIA E DI AFFRONTARE LE DOMANDE.




GEMELLI


perché una notte quasi mattina d'estate di due anni fa, tornando in autostrada da Bologna, abbiamo deciso che eravamo i gemelli Castor e Polluce. che eravamo immortali. che portavamo il giorno sul mondo addormentato





siamo leggeri, questo è uno fra i segreti.
questo è uno dei capi d'accusa.
siamo colpevoli di aver osato senza accorgercene,
di aver vissuto più della vita stessa.oltre la morte.
di aver pregato e ascoltato le parole salire,bussare ed entrare.
di aver eluso i controlli, le studiate regole del lutto, di aver sfidato la legge di gravità.
il mare calmo ora, il mare dentro, è parte di noi.
abbiamo attraversato l'oceano camminando sul fondale,
non è più possibile tornare indietro, abbiamo guardato negli occhi l'abisso,
a casa non ci hanno più visto tornare.
c'è chi si è accontentato dei nostri corpi.
ma l'anima, per favore, rimane nostra.

(Will_Be - foto: Marco Circhirillo)





QUARTA DI COPERTINA:

La storia vera di un'amicizia fraterna e quella invece di un'amicizia insolita, generata da un evento feroce che i protagonisti fronteggiano con viscerale dedizione. Un dialogo giocato tra la distanza e la presenza, denso e paziente, perfino nella rabbia. Due voci che s'intrecciano e si scontrano: scandite sui ritmi moderni dell'e-mail inseguono i loro archetipi nel mito. Le tappe ostinate di un percorso che si declinerà intorno alla costruzione di un progetto. Infine il diario di un singolare viaggio oltre l'oceano, sulle tracce di un giovane autore che ha scelto il mondo come casa, sintetizzando in una scelta radicale i significati di arte, vita e cammino.


>MARI CAVALLI vive vicino a Parma, dove è nata. Ha lavorato per molti anni come insegnante, attualmente si interessa di relazioni educative e maltrattamento psicologico in ambito scolastico.

>WILL_BE è nato a Curitiba (Brasile). Nel suo personale percorso di formazione il viaggio rappresenta un tragitto esistenziale, strumento privilegiato di conoscenza, di riflessione e autodisciplina. Vive tra l'Italia e il Sud America, con tappe più brevi ma incisive altrove: Parigi, New York, Madrid… Contemporaneamente sperimenta una incessante ricerca espressiva che ha come fulcro la pittura, ma senza trascurare altri linguaggi, anche attraverso frequenti contaminazioni.

>NICOLA RICCO', giovane disegnatore e writer di Parma, è autore delle illustrazioni di "Canzone per Castor".
Ha disegnato le T-shirts "essere sognatori" e gli elementi grafici degli allestimenti che accompagnano la presentazione del libro.







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TI RACCONTO UNA SERATA

Mi sei sembrato sulle spine. Guardavi alla finestra, dentro ai tuoi occhi si vedevano migliaia di chilometri. Intanto io parlavo, parlavo inutilmente... di cosa non ricordo, avrei voluto solo metterti una mano sulla spalla.


VENERDì 11 GIUGNO 2010 – PARMA - LIBRERIA BATTEI

ADRIANO ENGELBRECHT, poeta, musicista e attore, ha letto pagine e poesie da 
"UNA CANZONE PER CASTOR"

Hanno dialogato con gli autori:GIUSEPPE MARCHETTI, critico letterario, e ANTONIO BATTEI, editore.

Grazie di cuore a Giuseppe Marchetti e Adriano Engelbrecht, per aver dato voce al nostro lavoro con forza e con poesia.




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COMMENTI



SignoraK ha detto...

tutto comincia per me per caso
per fortuna
per destino (per chi ci crede)
e questo tutto da inzio ad una nuova vita
dove compaiono persone come voi
dove non si sa se
sempre per caso, fortuna o destino
io non vi conoscevo
ma decisi di disegnare una mosca
sulla prima pagina del quaderno di ricordi
di io sogno

non ho mai chiesto
ne lo farò
mi riempie quello che sento quando leggo

martina

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Ciao Mari.
Mi chiamo Betta. Ci siamo conosciute presso la libreria "La vecchia talpa" di Fidenza, quando hai presentato il volume "Una canzone per Castor".
Ti rubo solo qualche minuto per dirti grazie.
Leggo un po' di tutto. Mi sono occupata per un po' di presentazioni letterarie e di libri ne ho letti tanti, ma questo....
Quello che è stato pubblicato è la materializzazione del frutto di un sentimento.
Il sentimento (amore filiale, amicale) è antimateria, ma questo libro è la prova che il risultato può essere qualcosa che si tocca. Unisce. E nutre. E davvero è eterno. Non ci credevo più, e invece....
Grazie: questo libro mi ha fatto piangere.
Ho letto il libro a rate. Perché ogni pagina mi entrava dentro, scavando e alzando zolle di pensiero che ormai ero convinta fossero completamente sterili.
L'ho seguito come si fa con gli atti di un'opera lirica. Ad ogni pagina montavo e smontavo scenografie, cambiavo costumi, riposizionavo luci, davo riposo all'orchestra, senza mai perdere quel filo di "tensione" che ti rende affamato di quel che viene dopo, in sospensione con il pensiero...
(ogni tanto avrei pagato per avere un "libretto" per seguire la lirica senza fatica...)
Ho conosciuto LUI, ho "tifato" per te, ho camminato a fianco di Will_be. E mi sono sentita parte di qualcosa. Con orgoglio.
Nessuna retorica, nessuna "scontatezza".
È uno scritto duro, che però nutre con dolcezza....e poi l'ho riletto tutto. Consapevole.
Mi sono permessa di pubblicare un link nella mia pagina di facebook, invitando tutti a leggere il libro e a far circolare la notizia che "esiste". E esorto a leggerlo. Non lo faccio con tutti i libri, solo con quelli che mi portano avanti... e "Una canzone per Castor" lo ha fatto.
Il vostro è un progetto che è impossibile non appoggiare.
...comunque è davvero bellissimo essere sognatori.

Betta

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“UNA CANZONE PER CASTOR”Ci sono tante ragioni per cui vale la pena leggere questo libro.
La prima è che, a distanza di quasi un anno da quando l'ho letto la prima volta, le parole, le immagini, le atmosfere rimangono vivide ed indelebili, di una bellezza intatta, e questo ritengo non sia poco.
La storia si delinea e, immediatamente dopo, il cuore inizia a battere in sintonia con quello dei protagonisti e si anima delle loro mute ragioni. Con dolcezza, con umiltà i due autori ci consentono di calpestare silenziosi i passi da loro disegnati in un terreno fragile, di neve bianca, gelida.
C'e spazio per molte cose, in questo giardino.
Una madre. Il figlio scomparso. Una lettera scritta poco prima. Il dolore che si insinua di colpo in una fessura di poche frazioni di secondo di un pomeriggio d'inverno e che sconvolge una vita intera.
Un amico del figlio. Come un fratello, Castore e Polluce. Un'amicizia che si tinge di colori mitici, l'intensità di giorni che appartengono a due ventenni, con tutta la poesia e la rabbia e l'entusiasmo dei vent'anni. La bellezza. Lo stupore. La sfida. La lotta. La rivolta.
Infine un'amicizia nuova, tra la madre e l'amico del figlio.
C'è onestà. Nel racconto. Nella verità delle cose dette e mai esagerate. Nella sincerità dello sguardo preoccupato dell'amico per il dolore prepotente della madre. Nella tenerezza che risuscita,a dispetto di tutto, e aderisce alle pareti di questa forma d'amore nuova, inventata.
C'è rabbia. Nella denuncia di un'istituzione scolastica che si rivela spesso sorda e cieca ai percorsi e al vissuto autentico degli esseri umani che la compongono.
C'è poesia. Nelle parole dell'amico, Polluce, che parte ma tenendoci per mano... e ci conduce nel suo viaggio oltre l'Oceano, che ci ricorda il viaggio di Rimbaud... che è prima di ogni cosa viaggio interiore, viaggio alla scoperta di sé stesso, apertura al mondo e inoltrarsi negli abissi dell'anima. Con coraggio. Una lezione per tutti.

Gemma Carbone


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Nel cuore di questo libro non c'è una sola storia, ma più vite che si intrecciano a causa di un evento dal quale altre storie hanno preso vita. E che ora stanno crescendo.
È un libro da leggere due volte: la prima in una nottata, la seconda con la matita alla mano per cogliere e conservare i pensieri da non dimenticare.

Angelica

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Questo libro affronta senza reticenze un tema delicato e attuale, di cui raramente si è disposti a parlare, ma che invece tocca l'esperienza di molte persone. Un ragazzo sceglie di morire. Lascia dietro di sé domande da affrontare e sogni da salvare. La storia si rivela a poco a poco attraverso il dialogo che nasce tra la madre e un amico del figlio. Un'amicizia coraggiosa, che poi diventa anche un confronto tra due generazioni. La parte sulla scuola, anche se solo poche pagine, è un libro dentro al libro, e ci sarebbe molto da parlarne! L'amico infine partirà per un incredibile viaggio attraverso l'America Latina, ma continuando a raccontare per e-mail il suo cammino, le sperimentazioni artistiche, gli incontri, le avventure. È un libro commovente e coinvolgente. Anche difficile, ma soprattutto moderno, sincero e coraggioso. Bellissimi i disegni.

Guido

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Sognare per vivere

Questo libro parla di un ragazzo che sognava e regalava sogni. E forse è partito in un sogno.
E poi una madre, un amico senza voce, un incontro improbabile che forse aspettava da sempre. Capire la morte, di un figlio, di un amico, attraverso messaggi cifrati... non-capire ma vivere, vivere malgrado, vivere per lui. Imparare a sognare, salvarsi - per ora, forse per sempre.
E` il racconto di un cammino di apertura a una vita nuova, che porterà con se il valore di un'amicizia ora assoluta, senza più tempo, ma per questo senza più limiti.
E`un libro che si puo`leggere e rileggere, cominciare dal mezzo oppure a pezzi. E`anche un graffio profondo e malgrado tutto lucido a un mondo, l'istruzione, che ha bisogno estremo di soccorso.
E' un grande libro, un invito a vivere, che consiglio caldamente a tutti. Grazie a Mari, Will_be e Nicola di averlo scritto.

Giacomo

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E' un libro che non va affrontato con la voracità di volerlo finire in una notte, ma va assaporato lentamente e ruminato a lungo. L'apertura è affidata a una domanda (e se fosse un'esortazione?) “POSSO PARLARTI?” Già, perché forse parliamo troppo poco, o – più spesso – lo facciamo a vanvera, senza dirci ciò che è veramente importante. Tutto, del resto, sembra funzionare comunque. Ma alla lunga il meccanismo si logora. E il senso delle tragedie è, forse, proprio quello di costringerci a riconsiderare la nostra direzione. Così un'inedita copia di amici riescono a testimoniare nel libro la loro singolare esperienza. Che, come tutte le relazioni autentiche, rappresenterà un arricchimento, prima di tutto per gli autori, ma non solo. Perché, volendolo cogliere, nel libro c'è l'intero campionario delle emozioni nella loro forma più profondamente virtuosa. E' un libro che parla di amore, amicizia, passione, ma anche di denuncia, rabbia, orgoglio; della vita concreta, insomma. Un'esperienza che dovremmo veramente cercare di allontanare dai meccanismi di sopravvivenza con cui spesso ci muoviamo nel quotidiano. Lo stile utilizzato dagli autori è assolutamente originale. Non tanto nella sua forma assoluta – in effetti, con un'approssimativa sintesi, si tratta di un fitto scambio epistolare – quanto nella modalità, viscerale e sincopata. Uno stile lirico, che ricorda una prosa poetica, ma è molto più graffiante e intensa. E anche se talvolta si fa un po' fatica a seguire il dettaglio -perché la punteggiatura è così bizzarra da spiazzare anche il lettore più voracemente attento – difficilmente si perde di vista il ragionamento complessivo. Ma più di ogni altra descrizione, o commento, valgono alcuni stralci, strappati qua e là senza una logica precisa:
“Ti voglio bene come un'onda” “Le cose accadono, di fianco a noi, ci sfiorano. E noi lasciamo perdere, convinti che non ci riguardino” “Parlarne fa paura, ma è più pericoloso non parlarne”Chiunque abbia davvero voglia di tentare di capire ha la possibilità di farlo. Lo deve volere. “Perché la nostra sola difesa è vivere”

da: Denis Zuliani – in: lalunaditraverso.com

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A me è piaciuto molto, tanto che l'ho divorato..... racconta un'amicizia straordinaria espressa con un'intensità poetica che tocca nel profondo. Le parole di Will mi hanno commosso e sbalordito, perché è un ragazzo giovanissimo con una sensibilità veramente toccante. Le sue mail sono delle bellissime poesie, a me ricordano Rimbaud. E come insegnante consiglierei questo libro a tutti i miei colleghi, talvolta un po' troppo frettolosi nell'etichettare negativamente quei ragazzi che si esprimono in modo diretto, mettendoci in discussione come persone e come educatori, ma che invece possono aiutarci a riflettere (e in qualche caso dimostrano un'eccezionalità che sfugge solo a chi non vuole coglierla).

Alessandra

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INCIPIT: "Un giorno di gennaio, uno qualsiasi in particolare" Castor rifiuta la vita che potrebbe essere e non è. Rifiuta lo scambio - scambiare la propria vita con un'esistenza senza sogni ed emozioni (l'unica libertà che questa società sembra offrire) per preservare lo spazio del sogno. PERCHE' entrare in queste stanze, abitate dal dolore? Per riflettere su quanto è difficile avere vent'anni. Perché "lo spessore della sua fragilità" è ben più frequente di quanto si creda, qualcosa che ti costringe a scendere dalla leggerezza quotidiana, ti porta a un fondo inesplorato, una cosa da covare, rimossa ma sempre presente, il battito di un cuore che non è (il) tuo. Perché c'è da inventarsi un linguaggio nuovo, adatto a restituire i sogni, per “arrivare fino in fondo alla nostra devozione, imparare a sentirlo come una presenza piuttosto che come un'assenza" Perché "Lui sa restituire anche al dolore la sua bellezza". - Un testo ellittico, dove la PRESENZA più forte è un'assenza, intessuto di materia poetica, quando ti aspetteresti la paralisi e il silenzio (qui non c'è spazio e neanche più tempo per parole banali, bisogna solo sottomettersi all'onda di queste lacrime gemelle). Uno scambio epistolare incalzante e intenso, due voci che si snodano, si alternano, si intrecciano per dare vita a una fibra nuova. PAROLE LIMPIDE e dure come sassi che non ingombrano lo spazio, lo liberano, lo rendono più limpido - intenso - mostrano piani inauditi - uno spazio purificato - intessuto di un tempo diverso - uno spazio creato in ogni sua parte - artificiale eppure naturale - dove quello che esiste, esiste da sempre. Infine il DIARIO DI UN VIAGGIO avventuroso e surreale, dall'altro lato dell'oceano, in cui si rivela il talento di un giovane artista, acerbo quanto ardente.

Barbara B.

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Una re-interpretazione (sul senso dei legami) contemporanea del mito di Castore e Polluce la ritroviamo nel lavoro “Una canzone per Castor” di Mari Cavalli e Will_Be, edito da Besa con disegni di Nicola Riccò. Un lavoro che parla di amicizia, una generosa e fraterna e l’altra inusuale perché venutasi a creare a seguito di un tragico evento, ovvero la morte prematura di un giovane, Castor per l’appunto, che lascerà un segno profondo e indelebile nelle vite di chi lo ha conosciuto e amato. Si tratta di un libro interessante, che abbandona forme oramai vetuste e stereotipate come il racconto fiume in prima persona per accondiscendere alle seduzioni di nuove grammatiche (da quelle che provengono dai social network fino all'uso della prosa poetica) e mira anche a sfatare una serie di pregiudizi intorno ai giovani e alle loro vite. Infatti le due voci costruiscono un dialogo via posta elettronica intenso e serrato, volto a ricostruire un tracciato biografico (quello di Castor) segnato da un cortocircuito irreparabile che è la Morte. Una madre che ha perso il proprio figlio e un amico che ha perso un’amicizia fraterna, affrontano insieme il percorso della separazione e del lutto, cercando di re-impossessarsi di luoghi, volti, suoni...
Se dovessi esprimere un giudizio, direi che lo stile e i contenuti legano saldamente il lettore a queste pagine, anche per la forza di queste due voci parlanti.

da: Stefano Donno – in: stefanodonno.blogspot.com